Alto magistrato borbonico presso i tribunali e le corti di Lecce, Trani e Napoli. Dopo un contrasto con il Re Ferdinando II fu costretto a lasciare la magistratura ed esercitò sino alla morte con rara competenza la professione forense. Fu patrigno di Giuseppe Pisanelli, Ministro della Giustizia del Regno d'Italia e autore del primo codice di procedura civile.